mercoledì 28 ottobre 2009

Il bimbetto dove lo metto dove lo metto non si sa...

Dev'essere una tendenza secolare, anzi, pluri-secolare: gli interventi rivolti alla terza età sono molti e in aumento. Gli spazi dedicati ai nonnetti sono belli e soprattutto ci sono, privati o pubblici che siano, ma si sa per certo che qualcosa sarà organizzato durante il corso dell'anno, in occasione di feste, ricorrenze o in giorni qualsiasi. E' una bella cosa, visto che siamo un Paese "vecchio" ed è meglio prendersi cura di chi ha "già dato" e ora si vuole riposare/divertire. Per chi ancora lavora c'è l'imbarazzo della scelta: darsi al volontariato, al ballo liscio, al teatro, alla politica, al gioco di carte al circolo, all'ippica...
Per gli adolescenti...poco ma almeno quel poco è bello (LiberaMente Giovani evvai!) Per l'età scolare dall'asilo alle medie, le iniziative si incrociano tra interno ed esterno scuola oratorio e corsi di vario genere, sportivi e non, e comunque la scuola stessa diventa punto di incontro e fucina anche per i genitori che vogliono darsi da fare. Spazio anni zero-tre: ... ... ... Consultorio di zona accessibile anche da mamme non motorizzate e con più figli:... ... ... Il pubblico non risponde, il privato non ce la fa. Non ho citato il nido perché sto parlando di mamme che intendono fare come lavoro ... le mamme e che non hanno quindi bisogno di un posto dove parcheggiare i bambini tutti i giorni con gli stessi orari, con una retta fissa ecc. ma semplicemente di un luogo polivalente a cui riferirsi in caso di necessità e dove potersi incontrare, organizzare o partecipare a iniziative, senza dover fare almeno dieci kilometri in macchina. E' vero il paese è piccolo, le risorse sono poche, gli spazi anche. Ma questo è il ritornello nazionale che ci viene insufflato di continuo nelle orecchie, così non si riesce a fare niente nel piccolo, senza neanche valutare la fattibilità. Sono sicura che un baby parking privato a Marnate chiuderebbe dopo due mesi per mancanza di affluenza perché i bambini stanno coi nonni/al nido se la mamma lavora, o a casa con la mamma, se è casalinga. Sono anche sicura che il problema non è realmente considerato un problema, cioè: a qualcuno interessa cosa fanno i più piccoli componenti della società a parte le mamme e gli educatori? C'è, esiste l'idea che queste piccole persone hanno un ruolo nella vita della società per esempio stravolgendo da un giorno all'altro la vita dei genitori ed impegnando un esercito di donne che si occupano di loro, siano esse mamme, tate, nonne ed anche molti nonni? A qualcuno interessa che cosa succede nella vita di una mamma e quale impatto ha sulla società il suo star bene o no? I bimbi ci sono, ci sono sempre stati ed è sempre stato un aspetto privato il modo in cui la loro crescita viene gestita. Insomma è una cosa scontata. Risultato: o si frequenta un istituto dove solo i bambini entrano o si è soli a casa con i propri figli, a meno che non si abbia la fortuna di una famiglia alle spalle o di un buon gruppo di amici. Vorrei un luogo come i centri anziani comunali -con tanto di bocciofila- ma che sia rivolto a chi ancora non sa cosa il mondo di bello gli può offrire e a chi, spesso in solitudune e con fatica, di queste creature si occupa. Che dite, ci sarà un miracolo a Marnate?

4 commenti:

  1. Ciao,
    cara Alba, credo che hai sollevato un tema che sicuramente accomuna tante mamme, ma che non hanno mai "sentito" come problema. Mi spiego: penso che il fatto di avere un bimbo, dia per scontato che la sua mamma sia a sua disposizione facendo con amore un sacco di sacrifici e dedicandosi completamente a lui, arrivando a volte (per un certo periodo di vita) ad annullarsi come donna. Ecco tutto questo è visto dalla maggior parte delle persone come una situazione "normale". Così funzionava quando noi eravamo piccoli, e così funziona oggi.
    Quindi mai nessuno si è preoccupato di "offrire" un aiuto, sia in strutture, sia in ambito fisico/psichico, alle mamme. E poi si sà nella maggior parte dei casi ci sono i nonni. (preziosi) Ma chi non ha questa possibilità? Penso davvero che serva una proposta che offra supporto a situazioni problematiche, ma sopprattutto che offra la possibilità di una socializzazione, un giocare insieme, un confronto tra mamme, un aiuto reciproco..
    E non è una questione di spazi. Credo che a Marnate ci sia possibilità di utilizzare dei luoghi (penso all'oratorio -lo sò che è una missione impossibile con il Prete...-). Ma tu pensi a qualcosa tipo una struttura organizzata da persone esterne oppure gestita da mamme "volontarie"??
    Amici del blog, come si può fare per capire se ci sono altre mamme con questo pensiero e/o disponibili a "collaborare" e/o appoggiare l'iniziativa?
    Cosa ne pensate?
    Saludos, Miki

    RispondiElimina
  2. Cara Miki, intanto grazie di avermi risposto e argomentato in modo così accorato.
    L'idea è più o meno questa
    http://www.logic.it/melograno/melograno.htm
    ma sarebbe molto utile se ci fosse anche un punto di riferimento di tipo paramedico, facente cioè parte di strutture pubbliche -come è già stato enunciato in un commento a uno dei primi post- che possa offrire vari servizi tra cui anche quello alle mamme.
    E' chiaro che organizzare una cosa così in ambito volontaristico è un impegno non da poco e l'ho potuto constatare di persona: mi sono informata e ho capito che l'offerta non sarebbe corrisposta allo sforzo di realizzazione e non avrei comunque avuto il supporto che cercavo nel creare lo spazio di cui avrei necessità adesso e non in là nel tempo. Il problema è che le mamme con bambini piccolissimi proprio non ce la fanno ad organizzare cose fuori casa soprattutto quelle di cui parliamo: sole e con pochi aiuti. Il servizio dovrebbe necessariamente partire con l'ausilio di persone "esterne" e stare in piedi indipendentemente dalle volontarie mamme (che poi non mancherebbero di certo).
    Per come la vedo io, una cosa del genere può anche iniziare da un gruppo volontario ma, per restare attiva e efficace, alla fine presuppone un team anche piccolo di persone che lo facciano per lavoro o che ne ricavino un compenso economico (è chiaro che non si diventa ricchi con queste cose).
    Del resto, anche nella scuola pubblica il personale è pagato e l'utenza non paga se non alla fonte.
    Queste strutture private devono sopravvivere e restare organizzate: come si farebbe senza soldi?
    A me piace il volontariato e ne ho fatto un po' ma penso che non tutto si possa costruire sulla gratuità del lavoro e sulla buona volontà delle persone. Ognuno ha le sue motivazioni per agire. Se uno vuol fare volontariato lo fa comunque e non guarda a chi è pagato per fare la stessa cosa. Se invece si sceglie una professione o un tipo di lavoro con cui vivere è giusto essere retribuiti per quello.
    Mi sono dilungata su sta cosa del volontario si o no perché mi da un po' fastidio il modo in cui anche le strutture pubbliche "ci contano" sul fatto che quello che non si riesce a offrire con il servizio poi lo fa qualcuno che non vuole nulla in cambio. Temo sia diventato un modo di gestire le troppe carenze e anche di leggittimarle oppure di voler fare di più di quello che realmente serve (parlo per esperienza diretta). Spesso i cambiamenti che si fanno ad esempio in ambito scolastico non potrebbero neanche partire se non ci fosse uno stuolo di mamme che si prestano con impegno fisso a coprire veri e propri servizi. Peccato che poi non hanno nessun potere decisionale all'interno dei vari collegi...
    Detto questo: operatori volenterosi e misti, gli spazi ci sono, la volontà delle mamme non lo so. Ma se chiediamo in giro secondo me il disagio scava scava salta fuori.
    Un bacio

    RispondiElimina
  3. link giusto:
    http://www.logic.it/melograno/gallarate.htm

    ...sorry

    RispondiElimina
  4. http://marnatesi.blogspot.com/2009/09/sono-tornate-le-nuvole-su-marnate.html#comments

    RispondiElimina

 
Site Meter